Antigone

Un’icona del repertorio di Puntozero, Antigone ha portato la compagnia in stagione al Piccolo Teatro di Milano, imponendosi come pilastro della compagnia. La tragedia sofoclea, presentata nella traduzione limpida di Maria Grazia Ciani, si intreccia con la vitalità di una compagnia unica, composta da giovani detenuti e non dell’Istituto Penale Minorile Cesare Beccaria. La forza della parola antica si rinnova in scena: il conflitto tra Creonte e Antigone — tra nómos, la legge della polis, e ágrapta nómima, le leggi non scritte degli dèi — diventa materia viva, capace di interrogare il presente. La critica ha parlato di uno spettacolo che “suscita soprattutto éleos, una pietà tanto profonda da indurre alle lacrime” (Diana Perego, drammaturgia.it).
Perché vederlo: Collaborazione e inclusione: un lavoro corale tra attori, ponte tra mondi diversi.
Risonanza sociale: la vicenda di Antigone diventa riflessione contemporanea su giustizia, legalità, coscienza civile e alterità.
Rinnovamento del classico: scenografia essenziale, coralità ritmica, sticomitie sovrapposte, gesti e suoni arcaici rendono la tragedia attuale e potente.
Un’opera di repertorio: Antigone è ormai un riferimento stabile nel percorso artistico di Puntozero, simbolo del dialogo tra teatro, società e tradizione.
Un rito collettivo, in cui accenti e storie di vita diverse si fondono per ridare voce a un mito immortale: il teatro diventa esperienza viva di libertà, amore e responsabilità.